Dopo la sconfitta del 480 aC, la Sicilia conobbe un periodo di pace di settant’anni. Ma questo periodo ebbe fine perché Cartagine, ripresa dai suoi fallimenti militari, ripresentava mire espansionistiche nei confronti dell’isola. Questa politica porterà alla seconda guerra siciliana che durerà dal 410 a.C. fino al 340 a.C.

Intorno al 410 a.C. J.-C., Cartagine si riprese dai suoi vari rovesci militari ed in particolare dalla sua sconfitta all’epoca della prima guerra siciliana. Conquistò poi gran parte dell’attuale Tunisia. Inoltre fortificò e fondò nuove colonie in Nord Africa, assicurandosi così grandi forniture di materie prime. Ha anche intrapreso grandi spedizioni. Quella di Hannon lungo la costa africana e quella di Himilcon nell’Oceano Atlantico. Tuttavia, durante questo periodo, Cartagine subì anche alcune battute d’arresto. Le colonie della penisola iberica, in particolare, si ribellano e riescono a interromperne l’approvvigionamento di argento e rame. Ma Annibale de Giscon, nipote di Amilcare, iniziò i preparativi per la riconquista della Sicilia, perseguendo così la politica espansionistica cartaginese a marcia forzata. Alimenta ancora di più le speranze che in Sicilia la situazione si sia fortemente evoluta. Infatti, dalla morte di Gelone, tiranno di Siracusa nel 478 aC, l’alleanza Agrakas-Siracusa, che aveva vinto la prima guerra siciliana, è stata sciolta. Si divise in undici città-stato, indebolendo così le forze greche. Inoltre, nella Grecia continentale infuriava la guerra del Peloponneso, che oppone Atene a Sparta. Era quindi il momento opportuno per iniziare la seconda guerra siciliana senza temere l’arrivo di rinforzi dalla Grecia.

La spedizione di Annibale di Gisco

Nel 409 a.C. J.-C., Annibale de Giscon si imbarca così per la Sicilia con le sue truppe. Riesce ad invadere città minori come Selinunte e Himera prima di tornare trionfante a Cartagine con il suo bottino. Siracusa e Agrakas si sono astenute dal vendicarsi. D’altra parte, un generale siracusano rinnegato radunò un piccolo esercito con il quale effettuò diverse incursioni nel territorio cartaginese della Sicilia. Verrà ucciso in un tentativo di colpo di stato a Siracusa. In compenso, nonostante il generale fosse un rinnegato, i Cartaginesi decidono di lanciare una campagna contro Siracusa. Nel 405 a.C. J.-C. Hannibal guida quindi una seconda spedizione con l’intenzione di impadronirsi dell’intera isola. Questa volta, però, incontrò una forte resistenza. Così, durante l’assedio di Agrigento, le forze cartaginesi vengono decimate da un’epidemia di peste di cui è vittima lo stesso Annibale. Il suo successore Himilcon riesce a ottenere successi nello spezzare l’assedio e conquistare la città di Gela. Sconfigge anche più volte l’esercito di Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa. Quest’ultimo, colpito e indebolito anche dall’epidemia di peste, fu costretto a negoziare un trattato di pace. Ma questo trattato in questione sarà di breve durata, durerà solo sette anni.

La rivolta di Siracusa

Nel 398 a.C. J.-C., Dionisio viola il trattato attaccando la fortezza cartaginese di Motyé che viene presa l’anno successivo. I suoi difensori furono crocifissi. Himilcon, per rappresaglia ri-poste da un recupero di Motyé e da una conquista di Messina. Imilcone continuò la sua avanzata fino ad assediare Siracusa anche fino al 396 a.C. DC Ma la peste alla fine costringerà le forze cartaginesi a rompere il campo. Secondo fonti antiche, questa devastante epidemia sarebbe stata il risultato del saccheggio di un santuario di Demetra e Kore. Queste divinità saranno quindi successivamente trasportate e venerate in Nord Africa. Tra il 396 e il 393 a.C. J.-C. Syracu-sains riprende portando la guerra nella Sicilia Orientale. Una controffensiva punica fu respinta nel 393 a Messina. Un primo trattato di pace è stato firmato poiché entrambe le parti hanno dovuto affrontare difficoltà interne. Ma la guerra alla fine riprese dieci anni dopo, nel 383 a.C. J.-C. a seguito di un nuovo attacco di Dionisio che ottenne un’importante vittoria durante la battaglia di Cabala e chiese il ritiro della Sicilia dai Cartaginesi. Tuttavia, i Siracusani furono sconfitti lo stesso anno a Cronium. Nessuna delle due parti avendo un chiaro vantaggio sull’altra, i Cartaginesi inviarono un emissario a Dionisio per firmare la pace, che accettò. Entrambe le parti mantennero i possedimenti prebellici, ad eccezione di Selinunte e parte del territorio di Agrigento. Anche Dionisio dovette pagare mille talenti.

La morte di Daenys e l’ascesa di Timoleon

La guerra riprese nel 368 con un nuovo attacco a Siracusa. La morte di Dionisio e la sconfitta della sua flotta permisero di firmare una nuova pace l’anno successivo. Durò ventidue anni. In questi anni Cartagine fu sempre più coinvolta nella vita politica siracusana. Nel 345 a.C. aC, i Cartaginesi furono addirittura chiamati ad entrare a Siracusa. Alla fine sono stati respinti. Nel 343 a.C. J. – C., Timoléon prende il potere a Siracusa e riprende l’offensiva contro Cartagine lanciando incursioni contro i loro possedimenti in Sicilia. Un’altra spedizione cartaginese fu distrutta nel 341 sul fiume Crimisso prima che entrambe le parti stabilissero lo status quo nel 340 a.C. A quel tempo l’esercito cartaginese era acquartierato nella parte sud-occidentale dell’isola e la pace, che finì lo stesso in Sicilia, rimase fragile. Timoleone è oggi padrone di Siracusa, che rimane la principale potenza greca dell’isola. Da parte loro, i Cartaginesi vedono confermata la loro presenza a ovest del fiume Halcyas.