Oltre alla dea madre e al giovane dio, che furono, come abbiamo visto, la coppia fondatrice della religione minoica, gli abitanti dell’isola di Creta veneravano anche una moltitudine di altre divinità. Erano molto spesso associati agli animali. I primi erano il toro, la dea serpente, le api e le farfalle.

Il toro: dio della vita e della fertilità

Il toro era il simbolo della forza vitale e della fertilità. La sua rappresentazione, i corni della Consacrazione, era uno dei simboli più frequenti. Furono installati sui banchi e sugli altari. I corni di consacrazione potevano essere di qualsiasi dimensione, costruiti con qualsiasi tipo di materiale e risalivano a tutte le epoche sebbene la maggior parte di essi risalgano al periodo tardo minoico (1550-1100 a.C.) A riprova dell’importanza del toro, era estremamente comune collocare un labrys tra i Corni della Consacrazione, a questo scopo fu addirittura previsto un foro. Uno degli esemplari più notevoli è la coppia di corna dell’altare a doppia ascia di Cnosso. Vi furono rinvenute due coppie di corna, fatte di stucco, con idoli. Questa importante scoperta ha confermato l’importanza del simbolo. Gli oggetti presenti tra le corna sono molto spesso doppi assi, ma possono essere anche vasi o rami da libagione. I rami raffigurano un atto religioso. Una pietra incisa dalla Grotta di Zeus, o Grotta di Ida, situata nel centro di Creta, mostra una donna che soffia in una conchiglia mentre sta in piedi davanti a un paio di corna con rami. Questa relazione tra i corni della Consacrazione ei rami sacri potrebbe spiegare perché i corni vengono trasformati in motivi vegetali su due pietre incise esposte al British Museum.

 

La dea serpente: trance, medicina e immortalità

Anche la dea serpente, o la rappresentazione di sacerdotesse che tengono in mano serpenti, era molto importante nella religione minoica. Ciò è stato dimostrato dall’abbondanza di figurine di serpenti, donne o dee che tengono i serpenti. Essendo normalmente vietate le rappresentazioni divine, le statuette di “dee serpente” hanno un aspetto piuttosto tardo, probabilmente di origine orientale (intorno al 1600 aC). L’importante simbolismo del serpente deriva dalla sua capacità di cambiare pelle. Ciò affascinò i minoici per la caratteristica di rigenerazione che induceva. Gli antichi mesopotamici e semiti credevano persino che i serpenti fossero immortali, perché potevano mutare all’infinito e sembrare sempre giovani. Si presume che i minoici pensassero lo stesso. Ma il serpente aveva un’altra proprietà indispensabile ai Cretesi, il suo veleno. Questo era già, all’epoca, usato per scopi medicinali. Ma aveva anche un’altra utilità e non ultima, quella di poterli collegare agli dei. I minoici, per entrare in trance, si lasciavano morsi dai serpenti durante determinati riti e si collegavano, pensavano, mentre deliravano sotto l’effetto del veleno direttamente con gli dei.

L’ape e la farfalla, singolare rappresentazione della morte

I Cretesi erano apicoltori e usavano molto miele, nel loro cibo, per la medicina, per la libagione di offerte o per preparare l’idromele. Le api sono anche responsabili dell’impollinazione. Questo probabilmente spiega perché l’ape e l’alveare erano importanti nella cultura minoica. la Dea-ape era spesso raffigurata come metà donna e metà ape. I suoi serpenti sacri si attorcigliavano intorno agli alveari. L’alveare era una forma architettonica popolare durante l’età del bronzo a Creta. Le tombe ne furono fortemente ispirate. Allo stesso modo sono state trovate rovine di silos a forma di alveare. Ancora oggi l’alveare è una forma standard per le capanne di stoccaggio nella moderna Creta. Un’altra credenza minoica riguardante la morte, secondo Marija Gimbutas, un’archeologa lituana-americana, il famoso labrys stesso era in realtà un simbolo della Dea Farfalla. L’insetto rappresentava, secondo lei, per i minoici le varie fasi del ciclo della vita. In effetti, la larva di questo animale in muta e volante rappresentava infatti il ciclo dell’anima la cui morte era in realtà solo la muta dell’anima che lasciava il suo involucro prima di volare via. Collocare i Labry sui Corni della Consacrazione potrebbe quindi essere infatti un atto rituale che riassume l’intera vita umana.