Il termine etrusco tular inscritto su alcune stele è noto da diversi secoli ed è spesso tradotto come “confine, limite”. Ci permette di interpretare come punti di riferimento etruschi una serie di pietre iscritte, datate tra il VI e il I secolo a.C. J.-C.
UN’ORIGINE RELIGIOSA
Il punto comune tra tutte queste iscrizioni deriva dalla stessa concezione religiosa della limitazione del territorio, soggetto a credenze e riti ancestrali propri della civiltà etrusca. Un testo che si dice sia stato scritto da un sacerdote etrusco, Arruns Veltymnus, che compare nella raccolta dei testi dei geometri romani ( Gromatici veteres ) ci dice che la pratica della demarcazione dei confini ha le sue radici nella profezia di Vegoia e nell’interazione tra il dio Giove e gli umani:
Ora, quando Giove si riservò la terra dell’Etruria, decise e ordinò che i campi fossero misurati e le terre delimitate. Conoscendo l’avidità degli uomini così come la loro avidità di terra, volle che tutte le cose fossero portate a una conoscenza esatta per mezzo di terminali.
Il resto del testo annuncia gli eventi disastrosi che scuoteranno l’VIII secolo della civiltà etrusca, in seguito allo spostamento dei vecchi confini: colpiti da una maledizione, coloro che, per avidità, hanno violato i sacri limiti, saranno severamente puniti con gli dei.
CONFINI DEL PAESE ETRUSCO
Un totale di 18 terminali inscritti con la parola tular sono stati scoperti in aree confinanti tra gli Etruschi e altri popoli: a nord della Toscana (Liguri), nella Pianura Padana (Greci e Veneti), in Umbria (Umbri) e persino fino Tunisia, vicino a Cartagine! Questi ultimi sono più recenti ( I sec. aC) e delimitavano le proprietà private di famiglie di emigrati etruschi fuggiti dall’Italia e dalle guerre civili.
I punti di riferimento sono stati utilizzati principalmente per fissare i limiti del territorio di una città. Uno di essi, rinvenuto nei pressi di Cortona, contiene il termine “rasnal”, che può essere interpretato alla luce della testimonianza di Dionisio di Alicarnasso il quale affermava che il nome dato a se stessi dagli Etruschi nella propria lingua era ” Rasena “. Sarebbe quindi un indicatore che delimita un territorio più grande di quello di una città, forse quello di una lega di più città.
Fotografia:
Cippo etrusco da Cortona “TULAR RASNAL”
Fonte della fotografia:
Rijksmuseum van Oudheden