Introduzione all’arte insulare o anglo-celtica

Lindisfarne, la storia di uno shock… ma non solo. Se Lindisfarne evoca per gli appassionati di storia un evento importante nella costruzione politica dell’Inghilterra, evoca anche per gli amanti dell’arte opere molto preziose. Libri illuminati con favolose illustrazioni dell’arte anglo-celtica come i Vangeli di Lindisfarne ma anche il Libro di Kells e il suo intreccio celtico, quasi magico…

facsimile libro di Kells. civiltà antiche

Facsimile del Libro di Kells. © Scorcioni

I Vangeli di Lindisfarne o Vangeli di Lindisfarne

Di cosa stiamo parlando?

Illuminazione dell’isola vista dall’Europa

Siamo intorno al 698 d.C. J.-C. I Visigoti stanno perdendo la loro influenza in Europa. L’Inghilterra non è stata ancora massicciamente confrontata con i Vichinghi. I regni inglesi si stanno lentamente costruendo e il dotto monaco Beda il Venerabile, il primo storico inglese, sta scrivendo la sua Storia ecclesiastica del popolo inglese.

Il monastero di Lindisfarne è poi un centro di evangelizzazione dell’Inghilterra anglosassone. Fu fondata nel 635 dal monaco irlandese Aidan, che proveniva dall’Abbazia di Iona, che si dice fosse il luogo in cui fu prodotto il Libro di Kells. Tratto in un prossimo articolo, il Libro di Kells è considerato un riferimento nell’arte celtica. È negli scriptoria di questi monasteri, nelle sale dedicate alla produzione di testi, copie e miniature, che si producono opere liturgiche di alta qualità. La loro decorazione è una simbiosi di culture sassone, celtica e cristiana. Combinando astrazione, motivi religiosi, figurativi, animali e testi, questi preziosi manoscritti sono testimonianze di quest’arte giunta fortunatamente fino a noi.
Durante l’Alto Medioevo (dal 476 al 1000 circa) i libri erano oggetti rari, costosi e preziosi (uso di pigmenti rari e oro), ei miniatori vissero un periodo di predilezione. Ci sono ancora pochi grandi libri miniati, ma la richiesta è forte. I monasteri sono sostenuti dalla nobiltà anglosassone in Inghilterra: i libri sacri sono tanto oggetti religiosi quanto armi di influenza politica.
Il territorio inglese è luogo di incontro di due scuole di illuminazione: quella irlandese-celtica passando per San Colombano, le abbazie di Iona e Lindisfarne, più incentrate sull’aspetto ornamentale; e il cosiddetto classicismo antico “decadente” più a sud dell’Inghilterra attraverso missioni dal continente che portano l’arte italiana e bizantina, più incentrata sulla narrazione.
Importanti sono le interconnessioni tra l’isola inglese e la terraferma. I monaci copisti dell’isola viaggeranno e porteranno con sé motivi celtici nei centri di produzione delle miniature (come ad esempio a Saint-Amand-en-Pévèle negli Hauts de France). La loro influenza è significativa e ricercata per decorare e impreziosire lo stile continentale “classico”. Questi cosiddetti manoscritti “francosassoni” partecipano quindi al Rinascimento carolingio da un punto di vista artistico. Sono le invasioni vichinghe che rallenteranno la loro espansione.

Interno della chiesa Scozia. Civiltà antiche

Interno della Chiesa di Iona – Scozia

Illuminazione dell’isola: di cosa si tratta?

Dettaglio gatto Lindisfarne. Civiltà antiche

Lindisfarne. San Luca, particolare con motivo gatto. Foglio 139r

L’arte dell’illuminazione dell’isola ha origine nell’evangelizzazione dell’Inghilterra. Il suo scopo è quello di propagare la fede cristiana, di influenza irlandese, sul territorio anglosassone, ancora venato di paganesimo. Come con la venuta di Aidan a Lindisfarne per evangelizzare l’Inghilterra, i missionari irlandesi si diffonderanno nei vari monasteri inglesi e produrranno testi sacri per diffondere la fede. I monaci irlandesi avranno questa specificità per proporre una visione sincretica delle credenze: cioè che conserveranno lo spirito celtico pagano, il “rifiuto del vero prestito del meraviglioso ”… per la glorificazione del dogma cristiano.

A questo contribuisce anche la fabbricazione di preziosi oggetti liturgici, che mirano a imprimere, influenzare e propagare la fede cristiana. L’immagine, con il suo carattere narrativo e impressionante, rafforza il testo. Queste opere servono per dare un ritmo ai riti e per spiegare i cerimoniali sulla base delle letture durante gli uffici e dell’insegnamento dei testi sacri.

Esistono due tipi di libri prodotti per uso privato o per la comunità nel suo insieme: i libri piccoli sono usati dai missionari o per uso personale – come il Libro di Dimma o quello di Mulling. Grandi opere vengono utilizzate durante le funzioni presso gli altari dei maggiori centri religiosi come Lindisfarne o Kells.

Molto spesso, troveremo in questi libri i Vangeli dei 4 evangelisti. In ordine: Matthieu, Marc, Luc e Jean. E gli animali/simboli ad esso associati: l’uomo alato, il leone alato, il toro alato e l’aquila, detto anche etramorfo T.

È da questi evangelisti che deriva il nome “evangelico”. Raccontano la vita di Cristo ei suoi insegnamenti… Il testo, il contenuto, la forma, i motivi, hanno lo scopo di rivelare e magnificare una parola santa e divina. Perfezione, meticolosità, bellezza, ricchezza estetica fanno parte del desiderio di dare un carattere sacro alle opere e ai testi. Inoltre, la visione celtica della presenza del meraviglioso nei testi è un supporto per entrare nel mondo dell’invisibile e dello spirituale. Ciò è particolarmente ben accolto nel mondo anglosassone appena cristianizzato.

Pagine dal Libro di Kells. Civiltà antiche

Dettagli del Libro di Kells – Pagina del ritratto – Pagina del tappeto – Chi-Rho-Iota

Illuminazione dell’isola: che aspetto ha?

I monaci missionari irlandesi diffondevano idee religiose illustrando i loro manoscritti con motivi influenzati dall’arte celtica, che portavano con sé. Su un supporto di pergamena (pelle di vitello) particolarmente fine, i colori si fissano più facilmente e la loro resa è più brillante, pur consentendo una scrittura chiara e leggibile. I manoscritti sono composti da scritte realizzate sulla base di testi calligrafici e sottolineate con motivi decorativi.

Queste opere hanno generalmente una costruzione simile, con poche eccezioni: una prefazione, le Tavole dei Canoni, i Vangeli aperti da un’iniziale sull’incipit (la prima parola) del testo, secondo un ordine stabilito e preceduti da un “ pagina del tappeto”. Simboliche, a forma di croce o di un ritratto a figura intera del santo, sempre rettangolari e decorate con intrecci, queste “pagine a tappeto” invitano alla meditazione, all’introspezione e alla preghiera. Le Tavole dei Canonici, divise in quattro colonne, sono una specie di tavola numerata di concordanza degli episodi riferiti e comuni ai quattro evangelisti.

È un’arte ornamentale in cui troveremo motivi astratti, intrecci geometrici sotto forma di linee curve ripetute e aggrovigliate che si intrecciano, ricordando il lavoro di oreficeria e metallo celtico, apprezzato anche nell’Inghilterra anglosassone. Sono eseguita con strumenti matematici -bussola- in ordine bilanciato e senza rigidità. Loro si prestano idealmente a cornici di testo (attorno alle Tavole dei Canoni per esempio), a grandi iniziali (lettera iniziale di un testo), alla calligrafia, ad architetture (colonne), a lacune da colmare. Questo lavoro è particolarmente evidente sulle “pagine del tappeto”: rappresentazioni astratte a piena pagina senza alcun testo. Danno libero sfogo al know-how dell’illuminatore. Le forme geometriche, come la spirale o il cerchio, portano un simbolo di perfezione, di un ciclo. Un’altra specificità: l’uso di punti colorati sotto forma di contorni o di sfondo.

Nell’estensione di queste linee flessibili appariranno motivi fantastici (draghi, mostri) poi zoomorfi realistici: cani, gatti, uccelli… Infine, c’è una profusione di motivi ispirati alla natura, piante mescolate a linee: fogliame – fogliame intrecciato -. Un insieme ricco, abbondante, colorato di fauna e flora ma nel complesso, poche rappresentazioni umane. Questi arrivano con l’influenza del continente nel VI e VII secolo attraverso la “Missione Gregoriana” di evangelizzazione dell’Inghilterra dal sud. È con queste missioni che opere più figurative latine arriveranno sul territorio e influenzeranno le future rappresentazioni umane figurative anglosassoni. Consentono la rappresentazione di santi, della sacra famiglia, ma pur conservando un aspetto simbolico e non reale, in posizione ieratica – fissa, frontale e sacra -, senza prospettiva un po’ bizantina. Non siamo nel mondo degli uomini, ma in un universo sacro e mistico. L’influenza celtica resta tuttavia presente perché nelle rappresentazioni umane i corpi sono spesso trascurati a favore delle teste e questo in riferimento ai miti celtici in cui la testa è la sede dell’anima, della sua forza e della sua spiritualità.


Libro di Kells. Particolare dei volti. civiltà antiche

Libro di Kells. Particolare dei volti